Durov: “Non venderò Telegram neanche per 20 miliardi di dollari”

Nei giorni scorsi Bloomberg Technology ha intervistato il fondatore di Telegram Pavel Durov.

Nell’articolo Pavel annuncia di essersi stabilito assieme ai suoi sviluppatori più fidati nella città di Dubai, almeno per ora (nel frattempo, però, ha pubblicato sul suo profilo Instagram @durov una storia girata a Londra).

Con i giornalisti parla dell’Iran, che lo ha condannato per aver favorito terroristi, pedofili e gruppi di traffico di umani, i quali hanno utilizzato Telegram come mezzo di comunicazione sicuro e non rintracciabile.

Pavel però non pare preoccupato, e anzi sembra quasi divertito: d’altronde in Iran, un paese dove Facebook e Twitter sono bloccati, Telegram è l’app più utilizzata in assoluto, occupando circa il 40% di tutto il traffico internet del paese.

Nell’intervista promette migliorie nel rilevamento dei contenuti terroristici su gruppi e canali pubblici. «Le chat private, tuttavia, sono intoccabili», assicura.

Anche il guadagno economico non pare preoccuparlo, nonostante gli esperti stimino il valore dell’app a 5 miliardi di dollari: egli vede Telegram quasi come un’organizzazione no profit, che inizierà a monetizzare a partire dal prossimo anno, ma con il solo obiettivo di espandere ulteriormente la piattaforma. «Telegram non è in vendita, nemmeno per 20 miliardi. Questa è una garanzia a vita».

L’articolo completo, in inglese, è pubblicato su Bloomberg Technology.

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